Lingua dei segni e minoranza linguistica. (1a parte)


La Convenzione ONU dei diritti delle Persone con disabilità asserisce che la Lingua dei gesti è una LINGUA e non una tecnica riabilitativa o della comunicazione

La Convenzione ONU dei diritti delle Persone con disabilità richiede agli Stati Parti di riconoscere, tutelare e promuovere la lingua dei segni e l’identità linguistica della COMUNITA’ DEI SORDI.

O meglio, per dirla con le parole dell’avv.to Nocera, i cosidetti sordi segnanti della sedicente “comunità sorda”.
E che i compilatori della Convenzione ONU sui diritti delle persone con disabilità se ne facciano una ragione.

Stando all’analisi dell’avv.to i punti dolenti della Proposta di Legge sono:
(in corsivo le mie aggiunte)

1- il riferimento all’articolo 6 della Costituzione relativo alla LIS – con il combinato disposto dell’articolo 1, comma 3 della Proposta di Legge – creerebbe dei paradossi del tutto nuovi nel campo della tutela delle “minoranze linguistiche”.

Bene, via l’art. 6 e riconosciamo la Lingua dei Segni come lingua dei Segni senza riferimento all’art. 6.

2. Tutte le persone sorde, “segnanti” e “oraliste”, verrebbero accomunate in un’unica comunità, mentre gli “oralisti” pretendono di non essere accomunati ai “segnanti”…..

… via l’art. 6 e riconosciamo la lingua dei Segni come Lingua dei Sordi Segnanti e Bilingui Non Oralisti…

3. La sedicente “comunità sorda” non è concentrata su un certo territorio, ma è diffusa in tutto il Paese. Se pertanto si dovesse applicare alla – ripeto – sedicente “comunità minoritaria sorda” l’articolo 6 della Costituzione, si dovrebbe pretendere che in tutto il Paese venisse garantito in tutti gli uffici pubblici l’uso della LIS, con la conseguente necessità che Stato, Regioni ed Enti locali dovrebbero assicurare alle persone sorde – a spese pubbliche – la presenza di interpreti gestuali, di vocabolari della LIS, di telefoni con il display per la lettura delle persone sorde ecc.

... immaginiamo di lasciare l’art. 6: abbiamo i soldi garantiamo tutti i cittadini italiani sordi segnanti (ed eventualmente i sordi segnanti bilingue)… vogliamo dare alla sedicante comunità sorda soldi pubblici????

4. Ciò contrasterebbe, per altro, con l’articolo 3 della Proposta di Legge, che vieta per l’attuazione della norma nuove o maggiori spese le quali, invece, dovrebbero necessariamente aversi, proprio per garantire il rispetto di questa ipotetica minoranza linguistica. Anzi, in caso di inadempienza su tale diritto, le persone sorde “segnanti” potrebbero denunciare l’Italia sia alla Corte di Giustizia Europea, sia alla Segreteria Generale dell’ONU, in forza delle Convenzioni europee e della Convenzione ONU, con conseguente condanna dell’Italia sia al pagamento di multe, sia all’esposizione del ludibrio internazionale, per mancato rispetto delle minoranze linguistiche.

… va bene, invece denunceremo l’Italia sia alla Corte di Giustizia Europea sia alla Segreteria Generale dell’ONU in forza delle Convenzioni Europee e della Convenzione ONU sui dirirtti delle persone con disabilità, con conseguente condanna dell’Italia ecc, ecc…

5. E ancora, se la LIS diventasse lingua di una minoranza linguistica ai sensi dell’articolo 6 della Costituzione, si dovrebbe tener presente che, malgrado il divieto di maggiori spese sancito dfall’articolo 3 della Proposta di Legge, tutti i sordi segnanti avrebbero facile gioco ad ottenere dalla Corte Costituzionale la declaratoria di incostituzionalità di quello stesso articolo 3, dal momento che è costante giurisprudenza della Corte – da ultima la Sentenza 80/10 – che il nucleo essenziale di un diritto costituzionalmente garantito non può essere insoddisfatto neppure per motivi di vincoli di bilancio.

… di nuovo il discorso money… decidiamo: o parliamo di diritti e sui diritti non contabilizziamo, o parliamo di spesa pubblica e lasciamo perdere questa discussione

Ma quando si utilizzano termini come “cosidetti” “sedicente” “ipotetica”… che discutiamo a fare?
I termini del discorso posti dall’avvocato Nocera sono interessanti: non c’è il disconoscimento seppure l’insinuazione abbonda ed infastidisce, però non ci si può concentrare su una discorso da cavillo giuridico perché allora… effettivamente… basta che venga richiesto che si elimini l’art. 3 sulla neutralità finanziaria e le contestazioni dell’avv.to si ritrovano dimezzate?

Meglio, credo, l’onestà intellettuale dimostrata dai vari comitati più o meno scientifici che esplicitamente dichiarano la propria avversione all’educazione attraverso la Lingua dei Segni e la superiorità dell’educazione oralista.

L’avv.to Nocara vorrebbe spiegarci perché i sordi non possono essere una minoranza linguistica e ci ha spiegato
– che nella proposta di legge ci sono delle norme che cozzano tra loro – cosa risolvibile eliminando l’art. 3
– che il riconoscimento della proposta di legge creerebbe paradossi nella legge sulle minoranze linguistiche – cosa che prima o poi dovremo affrontare a seguito dell’impegno preso con l’ONU
– che i sordi oralisti verrebbero iscritti a viva forza tra i sordi segnanti – …facciamo che la Legge 381/70 resta per i Sordi e per i disabili sensoriali dell’udito oralisti resta a disposizione la Legge 104/92? Risolto.

8 commenti »

  1. Raoul said

    Ti sei sfogata?

    Vedrai prima poi passerà la legge. 🙂

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  2. tasti said

    @Raoul… ancora no: questa è solo la prima parte!
    😉

    Spero tu abbia ragione… che la Lingua dei Segni venga riconosciuta e con essa la comunità sorda segnante…

    un caro saluto
    🙂

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  3. Raoul said

    Non ti preoccupare.

    Sembri ossessionata dai sordi. Istruisciti e studia di più.

    Conosci ASL e BSL? Non hai mai pensato di fornire un servizio a sordi segnanti stranieri, che vengono a visitare le tue parti?

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  4. tasti said

    @@Raoul… in siciliano si dice “amminchiata”. 😉

    Caratteristica principe di questo blog è esattamente questa ossessione monotematica che mi scatta su alcuni argomenti

    Studiare di più è parecchio complicato, al limite posso promettere di continuare a studiare tanto quanto già sto facendo… l’espressione che usi però e possibile che venga scambiata per un offesa piuttosto che un consiglio sincero…

    non aspiro a lavorare nell’interpretariato né nazionale né internazionale, sarebbe interessante avere un altra vita per studiare altre lingua dei segni ma in questa devo accontentarmi di quella italiana

    quanto sarebbe bello, però, che ci fosse un servizio di sordi italiani per sordi stranieri?

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  5. Raoul said

    No. Ma se fossi studioso di lingue segnanti non escluderei ASL che è internazionale.
    So che alcune associazioni di genitori impartiscono corsi ASL.

    Con un sito in inglese, è facile pubblicizzare il servizio.
    Perchè i segnanti americani o inglesi non possono fare vacanze in Sicilia?

    Ma comunque prima o poi il DDL verrà approvato, anche se, sicuramente verrà modificato affinchè sia più equilibrato.

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  6. Gregorio said

    Ciao mi dispiace mettere ancora i puntini sulle i…
    Un avvocato lo sa bene di mestiere: non può fare riferimento ad una “comunità sorda” se poi la mette in dubbio. Fornisce un appiglio a chi poi voglia ribattere con arguzia, che può dire: “Ma tu stesso hai parlato di comunità sorda!”
    Allora DEVE dire “sedicente”, non tanto in senso malizioso ma proprio per dire “comunque non lo dico io, lo dicono loro”.
    E così la minoranza linguistica è “ipotetica” come un colpevole è “presunto” finché un organo giuridico apposito non si sia pronunciato in proposito.

    Detto questo, il punto dolente del PdL è proprio quello di fondare una minoranza linguistica di cui l’ONU non parla. La Collu ora sì, almeno mercoledì ne ha parlato.
    Eliminare l’art.3 e lasciare l’art.6 significa spendere un sacco di soldi per mettere interpreti LIS anche negli uffici postali.

    E ora un altro aggiornamento sulle audizioni di martedì: gli scienzologi hanno detto che la convenzione ONU è superata, che noi in Italia quanto a tecnologia siamo 10 anni avanti!!!!

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  7. tasti said

    @Gregorio… come vedi nel post avevo scritto -1a parte- perché effettivamente c’è ancora anche qualche “i” da mettere sul discorso della minoranza linguistica.

    Visto l’orario solo alcuni spunti:

    L’appello alla minoranza linguistica dovrebbe venire dall’Europa, non dall’ONU, i riferimenti sono la Convenzione sulle lingue minoritarie e regionali e le Risoluzioni.

    Vogliamo fare ipotesi maccheroniche? Potrebbe essere interpreti in ogni ufficio postale, potrebbe essere uno sportello alla sede centrale di ogni posta, 1 interprete per città, oppure potrebbe essere un gruppo di interpreti gestiti dagli enti locali e “prenotabili” secondo la necessità. Potrebbe anche essere che si fanno corsi di aggiornamento per i dipendenti pubblici posti a mansioni di front office, senza nessuna assunzione di interpreti in nessun ufficio.

    L’avv. Nocera, e non solo lui, afferma che la Convenzione non ha tenuto conto della realtà italiana che, incrociando integrazione e tecnologia, è riuscita a creare una realtà atipica,fortemente oralista, diversa da quella a cui si rivolge la Convenzione, la realtà mondiale degli istituti per sordi. Un Italia che è pronta a sconfiggere la sordità. Poi noi operatori sappiamo che non è così, ma siamo operatori, quelli con le mani sporche del quotidiano, quelli che mettono toppe a tutti gli strappi fatti alle politiche per l’integrazione.

    Anche quest’argomento sarebbe degno di tonnellate di carta, poi però Raoul mi dice che sono ossessionata 😉

    … dovremmo davvero poter discutere o sulla base dei diritti o sulla base dei bilanci. Per quanto mi riguarda mi arrabbierei parecchio se mi venisse negato un diritto perché “costa troppo”… a parte che c’è il parere dalla Commissione Bilancio dato al Senato che conferma che non ci sarebbero oneri, spero di riuscire a trovarla sul sito del Senato e poterci dare un occhiata.

    A me fa solo piacere poter confrontarmi con chi mi fa vedere dove non vedo e chi mi stimola a capire e argomentare meglio le mie opinini.

    Grazie…
    🙂

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  8. Raoul said

    Sono favorevole a un gruppo di interpreti gestiti dagli enti locali e “prenotabili” secondo la necessità. E’ un diritto dei segnanti.

    Per fare ciò, a mio modesto parere, non occorre istituire una minoranza linguistica.

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