Protetto: Atti 2,1-13. Una lettura ermeneutica


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La Ruota del Tempo – SPOILER


Credo sia la prima volta in assoluto che salto interi paragrafi durante la lettura di un libro che, comunque, mi piace.

C’è un mondo in quel “comunque”.

La Ruota del Tempo di Jordan. Una megaopera fantasy scritta pensando ad un lettore tipo il Ragionier Fantozzi. Al sesto libro mi avevano assicurato che, superato quello, il resto sarebbe stato più scorrevole, al settimo ho perso i miei punti di riferimento, i miei perché, le mie certezze e non capisco cosa diavolo me ne importi di calarmi nel dettaglio del mondo di Jordan, che di certo sfoga, nel suo narrare, quelle sue tendenze al pettegolezzo e al chiacchiericcio e all’inutile divagazione.

Per qualcuno il treno ha fischiato, per me resteranno delle tazzine di ceramica blu, cosa me ne frega delle tazzine di ceramica blu, cosa portano in più o in meno alla narrazione sapere che sul vassoio di legno squadrato la teiera di ceramica è blu dal manico dorato è abbinato a tazze grandi dello stesso colore? Se non fossi immersa nella lettura del più lungo dei romanzi con le più lunghe digressioni della storia della narrativa mondiale avrei anche apprezzato la finezza del servizio da the, ma invece no.

Io Jordan me lo immagino sdraiato sul tappeto, fumato di brutto, che continua a dettare descrizioni ridendo come un folle – o meglio come Rand – continuando a mettere particolari assolutamente inutili per il puro gusto di continuare a aggiungere roba.

E quindi mi snerva questa lettura del superfluo.

Dovrei smettere, mi spiace per la storia perché merita la lettura, ma il masochismo letterario non lo avevo considerato e vorrei potesse continuare a restare fuori dalla mia vita.

Sarebbe bellissimo, ma davvero bellissimo, sarebbe una cosa da Nobel se qualcuno purgasse il romanzo di tutto l’inutile.

Che poi non è un giallo per il quale la lettura è necessaria per arrivare al finale, è un fantasy e diciamo che al 99,99 % il protagonista vincerà la battaglia e che per il SuperCattivo non c’è storia sin dall’inizio.

E’ un romanzo notevole, il rapporto dei protagonisti con la follia è persino degno di uno studio a parte, ma… far diventare folle il lettore faceva parte del piano?

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Autunno 2020


Per la prima volta l’incertezza del futuro mi avvolge trovandomi disarmata. L’Autunno del Covid, l’Autunno del nostro mondo così come lo conosciamo. Frase ad effetto, in realtà non è detto che si passi di necessità all’Inverno, potremmo anche ritrovarci in una bellissima Primavera…. se è vero com’è vero che le vie del Signore sono infinite.

Quindi mi propongo l’esercizio di immaginare scenari per i quali si passi dall’Autunno alla Primavera senza passare dall’Inverno.

Ok, potrei fare anche qualcosa di più costruttivo, ma in fondo non è che impiegherò ore per scrivere questo post: sono le 11:55.

Scenario Primaverile n.1

Tra 20 giorni l’epidemia dimezza i suoi numeri; come inspiegabilmente è arrivata così inspiegabilmente perderà mordente. I negazionisti cominceranno ad avere dubbi e si chiederanno perché non ci sia l’Annunciata Apocalisse, cominceranno a credere che ci stiano prendendo in giro e vogliano ammazzarci tutti facendoci sentire al sicuro. Faranno manifestazioni per l’obbligo della mascherina e si autodenunceranno quando non porteranno mascherina al chiuso e da soli. L’economia si rigalluzzirà tutta perché le risorse destinate ad affrontare tempi duri saranno destinate a qualunque cosa purché siano investite; l’edilizia, la ricerca, la sanità, tutto verrà ricostruito in modo che non ci si trovi più impreparati di fronte alle Minacce Globali.

Gli ultra ottantenni cominceranno ad animare la movida e i giovani riempiranno le Chiese.

Scenario Primaverile n. 2

Domani arriva il vaccino e la campagna vaccinale parte alla stessa velocità della vaccinazione contro il Papilloma Virus, in due mesi tutto il mondo occidentale è già stato vaccinato gratuitamente e coercitivamente. I Paesi in Via di Sviluppo…

disgressione dell’Autore (che sarei io) ma vi pare serio parlare ancora di Paesi in Via di Sviluppo? Potremmo smetterla di chiamarli così e definirli in modo più realistico? Proposte:

a) Paesi che non Svilupperanno Mai PSM

b) Paesi Diversamente Sviluppati PDS

c) Paesi Irrimediabilmente Sottosviluppati PIS

d) Paesi Altri PA

e) …. ecc

…. I Paesi in via di Sviluppo continuano a non trovare la via dello Sviluppo e parte la Raccolta Fondi per la Vaccinazione contro il Covid con previsione di conclusione – della Raccolta Fondi – entro il 2040, data dopo la quale inizierà la Campagna di Vaccinazione vera e propria.

Il 21 Dicembre viene annunciata la Primavera essendo conclusa la Campagna di Vaccinazione nei Paesi Sviluppati.

……

E sono già le 12:21.

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AAA NUOVE LETTURE CERCASI


Buongiorno,

leggo circa tre libri a settimana, avrei voluto scrivere “un libro al giorno” ma alle volte non riesco a completare la lettura, quindi mi tengo larga: leggo tre libri a settimana.

Sin da ragazzina.

Ho iniziato con i classici della letteratura mondiale, De Agostini editore,  proseguendo poi con i classici della letteratura italiana, iscrivendomi quindi alla Biblioteca Comunale ho letto di tutto. 

Posso affermare però che il libro che mi ha cambiato l’approccio alla lettura è stato Lettera a un bambino mai nato, Fallaci. Non so cosa mi abbia fatto scattare, dodicenne, ma compresi che i libri erano qualcosa di più di racconti, erano parole che scaturivano da esperienze, erano confidenze, erano parole che parlavano a me.

Il libro dell’adolescenza è stato Il nome della Rosa, che mi ha fatto porre Umberto Eco quale figlio di Morris West.

Inutile dire che Porci con le ali non riusciva a stare al passo con Erika Jong… eccetera eccetera eccetera.

Ho lavorato in campi diversi tra loro, dall’insegnamento di Diritto speciale per le disabilità in corsi professionali a – ultimo in ordine di tempo – Panificatrice, il lavoro che ho più amato e che ho perso da pochi mesi. Per tre anni sono stata il Panificio emergente della mia città, lievito madre, grani antichi, grande passione. Poche letture: un paio di libri a settimana.

Ma i libri costano, un comitato di letture mi potrebbe offrire letture gratis.


Nota tecnica: amo la saggistica, in particolare scientifica, mi rilasso con la narrativa, non scelgo i libri dalle copertine o dall’autore, ma dalla scrittura. 


Cordialità

Da qualche parte si deve pur ricominciare ;D

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Storie di grani e di pani


Il nostro viaggio parte dai Monti Sicani, il cuore della Sicilia Occidentale, lì dove regnarono sino alla loro fine i Sicani, già essi agricoltori, di cui Cocalos fu il più famoso Re.

Su queste fresche alture per primi i Sicani usarono arare e dedicare i raccolti alla dea legislatrice Cerere e a farne merce di scambio con i mercanti micenei.

Con la fondazione dei coloni graci fiorirono l’olivo e la vite, già presenti entrambi sull’isola, ma la coltivazione del grano continuò a essere la principale attività delle masserie.

Furono i concreti Romani che decisero che questa terra andava lottizzata e dedicata alla monocoltura, il grano divenne l’elemento principe a danno però delle foreste di alberi ad alto fusto, che trovavano impiego anche nella costruzione di quella flotta che avrebbe conquistato il mondo di allora.

Tocca agli arabi ridare varietà al panorama reintroducendo colture e attuando una rivoluzione agricola imponente e importante.
Ma il grano resta e continua ad essere coltivato, macinato, selezionato.
Mentre anche loro continuarono a disboscare per avere legno da inviare in patria e pascoli da sfruttare in loco.

Al grano comunque viene sempre destinato larga parte del territorio, dominazione dopo dominazione, sino ai nostri giorni in cui, dopo la sbronza mondiale del geneticamente modificato, si torna ai più sani grani antichi, insieme ai grani moderni non devastati da un’agricoltura sprezzante dell’ambiente e della salute.

In questo contesto si inserisce il Molino Ancona. Nato nel 1950 ancora oggi seleziona i migliori grani dei Monti Sicani per produrre farine di ottima qualità, lavorazione e versatilità.

Ed è con questa farina che il mio Lievito Madre vive e crea fragranze, sapori, sensazioni. 💙

https://m.facebook.com/story.php?story_fbid=708352013322693&id=132603937564173

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I due Papi


Mentre attendo l’uscita in Italia del film

Rifletto sulla grazia di vivere questa compresenza di ben due Papi.

Uno finissimo teologo che solo chi ha visto dal vivo può testimoniare di quanta dolcezza e tenerezza sia portatore.

L’altro social, tanto semplice quanto… astuto? La sa lunga il Papa col nome del fraticello di Assisi, fraticello che fondò un’ordine, fu al limite dell’eresia, sovversivo e esempio di peuperismo, non solo il poverello d’Assisi ma l’ambasciatore presso il Sultano.

Grazia ricevuta poter vivere sotto il manto di un Papa emerito e il Papa degli ultimi, solo a sguardi disattenti distanti l’uno dall’altro perché, a ben guardare, sono l’uno il completamento dell’altro. A merito dello Spirito Santo che ancora una volta ha saputo far bene il Suo lavoro!

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I miracoli accadono


… e poi li chiamiamo “fortuna”

Invece sono veri miracoli, li riconosci dal carattere dell’impossibilità e l’inatteso, sono avvenimenti che fanno cambiare il corso della tua storia e ridanno la Speranza e l’arcobaleno.

Così, almeno per il momento, non si chiude! Il Panificio S. Teresa del Bambino Gesù ha ritrovato slancio e linfa, in questo mese che inizia proprio con la memoria di S. Teresa (1 ottobre) e si conclude con S. Giuda Taddeo (28 ottobre).

Il mio rapporto con i Santi cresce di giorno in giorno, è uno degli aspetti spesso trascurati nella nostra religione, li chiamiamo in soccorso solo in caso di necessità estrema e per il resto della vita sono solo onomastici. Invece di essere esempi a cui ispirarsi.

Ho preso l’abitudine di leggere la vita del Santo del giorno perché ogni giorno compilo un’almanacco, l’almanacco di S. Teresa per l’appunto, una lavagnetta che espongo fuori dal locale e che è diventata, nel suo piccolo , un’appuntamento quotidiano per due/tre passanti.

Leggere le agiografie edifica ma, almeno per me, porta a quella “familiarità coi Santi” di cui avevo letto senza comprenderne il significato.

Familiarità coi Santi. Significa sentirli vicini, indagare le loro vite per conoscerli, per seguirne i moti, le vicende, gli insegnamenti e applicare il tutto alla propria vita. Così diventano amici, non più Santi in Paradiso o Santini nel portafoglio ma presenze attive, che sempre suscitano stupore per l’amore che hanno manifestato in vita.

Intercedono per noi, i Santi. Non smettono di operare una volta cessata la vita terrena, continuano in Cielo ciò che hanno iniziato in terra. E intercedono per noi. Regalandoci miracoli che difficilmente riconosciamo, dimentichi come siamo che esiste il Cielo e che Dio non è un personaggio della Marvel.

Il Panificio S. Teresa del Bambino Gesù è testimonianza viva e concreta che i miracoli accadono e almeno per qualche mese si va avanti. Per il più in là si continua a pregare per l’intercessione dei Santi.

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Sono parole che si dicono


Parole che si dicono

”L’etimologia delle parole mi ha sempre affascinato e trovo che ci sia una grande spiegazione d’esistenza nello scavare in una lingua come quella italiana. Ho accolto con molta gioia di partecipare a questa giornata in un festival che ha come slogan ‘Le parole valgono’. Le parole valgono moltissimo, possono essere pietre, ma anche pane di cui nutrirsi”.

Lecco_Vinicio_Capossela_Festival_lingua_-_2 Vinicio Capossela al Festival della lingua italiana – Lecco 4 – 6 ottobre 2019

Così ha detto Vinicio Capossela, lo scorso 5 ottobre, nel corso del suo intervento alla prima edizione del Festival della lingua italiana promosso da Treccani e dal Comune di Lecco.

La prima e più immediata considerazione, squisitamente personale, riguarda il fatto che adoro quest’uomo, e il suo dire mi dá conferma del motivo dell’adozione, oltre ovviamente alla musica.

d295feyx0aak8wv1749995953.jpeg Dal film Palombella rossa

Mi fermo poi a riflettere sulll’ormai abusata importanza delle parole. Che le parole siano importanti oramai lo…

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Come va?


Si sta come le foglie…

Il mio Panificio è la cosa più bella che mi sia capitata nella vita.

Peccato, pare che non durerà molto, come tutte le belle cose.

Fatico anche a respirare al solo pensiero.

Ma è così, siamo già alla conclusione di una bellissima avventura.

Pochi mesi? Non so quanto lunga sarà l’agonia, ma è già iniziata.

E il mio bellissimo lavoro, il mio bellissimo panificio scivoleranno via, come foglie d’autunno.

Si attendono miracoli.

AGGIORNAMENTO DEL 27 OTTOBRE 2019

I MIRACOLI ACCADONO.

🤗

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In silenzio


Sempre così: nel tentativo di ascoltare tutte le campane alla fine mi ritrovo con un gran mal di testa e la conclusione che sono campane stonate.

Che peccato non avere più riferimenti attendibili: sembra che la gara sia ad imporre a tutti i costi il proprio pensiero a discapito della logica, del confronto, dello scambio.

Così in tutti i campi. Ma tutti proprio tutti, nessuno escluso. È un continuo tirare acqua al proprio mulino, forzando un po’ qui e in po’ là, sorvolando sui nodi, sugli snodi, tirando dritto per partito preso e rifiutandosi di cercare il buono del punto di vista altri.

Deliri. E avendo avuto in regalo, da questa vecchia generazione di volponi, il furto dei punti fermi… non hai dove sostenerti.

Non v’è certezza alcuna e quindi inutile stupirsi più di tanto dei terrapiattisti, hanno pure loro motivo d’essere.

Fossi giovane oggi mi sentirei davvero altro dal mondo degli adulti, da questi inconcludenti, sbruffoni, prepotenti e tracotanti adulti in jeans.

Che bruti che siamo! Brutalizziamo ogni cosa, tutta la belleza del creato cancellata dalla spazzatura, dal nostro usa e getta, ogni singolo aspetto dell’esistenza violentato dalle finte certezze del bullo di turno.

In politica e in religione, in corpo e in anima, tutto sottoposto alle sevizie della personalissima ragion di stato in cui ognuno di noi si autoincensa.

E allora non c’è che tacere e cercare il silenzio.

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