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L’Agrigento che si sveglia. Forse.


Per cominciare questo post non ho che una parola: WOW.

Scritta pensando ad Agrigento è di per sé meritorio di … doppio wow.

Erano anni che non ci si divertiva così!

Anzi… mi sa che qui non ci si è MAI divertiti così.

Il tutto prende avvio da una denuncia da grillino attivista, tale Marcello La Scala, che voci di corridoio insistono nel dire abbia avuto screzi con il Consiglio prima di… ma in quanto grillino immagino che lo faccia per dovere avere screzi col Consiglio… non so quale sia la storia a viene indicato come il Killer del carretto… un altra storia. Forse.

Da tali screzi, scrivevo,  esce fuori una denuncia che in men che non si dica diventa l’appetitoso scandalo nazionale della settimana… Lo scandalo delle Commissioni.

I Consiglieri hanno la loro mezz’ora di ridicolo grazie a Ballarò, la città s’indigna e i social scendono in campo con un hashtag d quelli che funzionano: #noisiamoaltro.

Bello. Mille in piazza per rivendicare un orgoglio troppo spesso dimenticato. GGGiovani,gggiovanissimi e meno gggiovani. Ballarò intervista e gli innocenti della città raccolgono la loro bella figura… Oliviero Toscani ricorda che la stessa città ha messo lì quella gente contro cui, ma li vedi i volti degli innocenti? Li vedi.

Intanto i Consiglieri con il loro (nostro) accento agrigenDino, con il loro (nostro) modo di esprimersi, con la loro (nostra) sempre ostentata diversità… si difendono. Si difendono talmente bene che intervengono una di seguito all’altra, Guardia di Finanza e Digos.

La Guardia di Finanza per la verifica della regolarità del lavoro consiliare delle Commissioni.

La Digos per alcune dichiarazioni rese da due Consiglieri durante alcune trasmissioni televisive.

L’attenzione della città tutta sul Consiglio Comunale in attesa delle si ritiene dovute dimissioni.

Ma.

Siamo ad Agrigento. Non dimenticate. Qui Pirandello. E ad  essere pirandelliana è la nostra essenza e la nostra esistenza.

Così mentre tutti continuano ad essere indignati, in Consiglio comunale si srotolano matasse.

La cittadinanza di #noisiamoaltro, chissà per quale meccanismo, non convoglia nel movimento e per lo stesso chissà non coglie la gravità delle accuse che i Consiglieri dimissionari snocciolano uno dietro l’altra.

Alcune scene sono degne del teatro di De Filippo, nonostante qui non sia la culla, noi più drammatici, più difficili alla macchietta e più inclini all’eleganza del gattopardo e alla caricatura nell’umorismo.

Eppure il Dirigente che non sa… i Documenti che non ci sono… l’usciere ormai a casa… credo che qualcuno dovrà, prima o poi, trarne una straordinaria performance teatrale. Meravigliosi i tempi, le battute, il servizio d’ordine dei Vigili Urbani, il Pubblico, il Presidente, alcune imperdibili inquadrature dell’emittente locale, l’ingresso del Giornalista Importante… non una sola nota fuori posto.

E mentre tutto così armoniosamente si svolgeva…il Consiglio svelava una trama di fatti e misfatti che capovolgevano la situazione: solo loro, non dimessi, avrebbero resistito contro tutti per arrivare alla votazione di un ordine del giorno a tema palazzinari… nonostante il boicottaggio evidente. Minacciando l’occupazione dell’aula consiliare. Di qui non mi sposto, disse Di Rosa, dormirò qui sino a domani mattina, quando si ritroverà il camerale!

Palazzinari e Piani Ragolatori. Case fantasma di benestanti agrigentini che non pagano l’IMU.. loro. Piano Regolatore Generale falsato, forzato, ad opera dei padri del PRG, arringava Gibilaro, i padri di questo piano regolatore!

La notizia era già trapelata nel pomeriggio: la Digos entra in Comune e trova in un PC le prove delle tangenti.

Eppure i gggiovani del #noisiamoaltro non colgono l’arteria gonfia alla base del collo, i sudori che imperlano il volto del dirigente, la tensione che non sono i gettoni delle Commissioni ma 30 anni di politica e tangenti. I ggiovani vedono solo che non si dimettono.

Che è cosa da ggiovani vedere solo il risultato, io che son più vecchia godo dell’attesa, il consiglio sospeso per 7 giorni, il tempo di richiederecopia degli atti sequestrati dalla Procura, poi si continua con le linee guida per le prescrizioni del PRG. Io son vecchietta e i nomi che sfilano davanti ai miei occhi mentre penso ai padri del PRG li ho tutti  ben presenti…. Ho presente ogni anno di questi 30 anni di malaffare, malgestione, connivenze, clientelismi… Mi pare di non averne perso nemmeno uno, nemmeno quelli trascorsi fuori dalla mia città che mi aveva negato un lavoro.

E’ il sapore della vendetta quello che pregusto.

Le ultime parole del Consigliere Di Rosa mi promettono sangue e riparazione: verremo ricordati come il Consiglio che ha ridato dignità a questa città.

Speriamo.

Io ci conto.

Forse.

 

 

 

 

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Da Bolognetta parte la “Rivoluzione Gentile”


Parte da Bolognetta la Rivoluzione gentile, una lunga marcia organizzata al fine di chiedere le dimissioni di tutti gli amministratori pubblici eletti e il mantenimento in carica dei soli sindaci… che andrebbero a costituire in automatico il Parlamento. Per essere rivoluzionaria effettivamente rivoluzionaria è, ad essere d’accordo è altro discorso. Se la si prende come provocazione va bene, a volerla considerare una proposta politica direi che la democrazia perderebbe parecchie garanzie ad affidare ad un solo uomo, seppure liberamente eletto, il destino di una città, soprattutto in luoghi come i nostri, dove il problema non sarebbe l’ovvia ricattabilità dell’uomo potente rispetto la cittadinanza, ma l’intimidazione da parte degli uomini di mafia.
Bella, comunque, l’iniziativa di una marcia ad emissioni zero per protestare contro i costi della politica.

Carissima/o Tu
dopo avere valutato con attenzione ciò che sta accadendo ti informo che la situazione è assai più difficile di quanto potessimo mai immaginare, pertanto, dopo avere valutato ogni possibile soluzione Ti chiedo un enorme sostegno per ciò che accadrà il 28 maggio 2012: LA RIVOLUZIONE GENTILE.

L’unica possibilità che abbiamo è quella di metterci in strada e in direzione Roma, “quanti più possiamo”.
 Io partirò da Bolognetta (PA) insieme a tanti e attraversò mezza Italia a piedi, con i cavalli, muli, asini biciclette e tanto altro, ad esclusione di mezzi a carburante, e tanta gente si unirà Paese dopo Paese, Comune dopo Comune, Città dopo Città.
Partiremo senza soldi, con un piccolo zaino con sacco a pelo, una borraccia d’acqua, qualche cambio e tutto ciò che reputiamo davvero essenziale.
Ti chiederai: dove mangeremo? dove dormiremo? quanta strada percorreremo ogni giorno? e, infine, perché questa Rivoluzione Gentile?
Inizio subito dall’ultima domanda – Se tanta Gente si mette su strada a piedi o con ciò che ho su indicato, bene, è Gente che davvero ha a cuore le sorti dell’Italia tutta, poiché metterà la faccia e tutto ciò che essa stessa rappresenta, la sua storia, le sue capacità i suoi desideri e faticherà, passo dopo passo, salita dopo salita, discesa dopo discesa. A tal proposito ti informo che percorreremo circa 30 km al di e su strade comunali e provinciali, La Rivoluzione Gentile intende chiedere a tutta la classe politica, Sindaci tutti esclusi, di andare a casa e rimettere i propri mandati, poiché tutti gli inutili livelli istituzionali non servono a nulla, ma complicano la vita di noi tutti e ci costano davvero troppo.
Cosa chiederemo durante il viaggio? la solidarietà degli abitanti che incontreremo, un semplice pezzo di pane e la firma da parte di ogni Sindaco, come accettazione, delle richieste di un Popolo. In ciascun Comune dove trascorreremo la notte richiederemo una palestra, l’edificio della scuola o altro per avere un tetto sopra le ns. teste e se ciò non dovessimo ottenerlo, bene, ci sono tanti campi abbandonati che saranno il luogo del riposo. Gli animali che porteremo con noi avranno erba a sufficienza durante le pause del cammino.
Ritengo e considero il Popolo Italiano un grande Popolo, umano, solidale e insieme sperimenteremo cos’è l’essenzialità e la Provvidenza.
E’ un viaggio di coscienza, di presenza, di partecipazione alla ns stessa vita e d io porterò con me anche i miei figli, affinché possano, anche loro, respirare la Libertà che viene da tanta Gente in movimento, al contrario di quanto accade oggi con continue nascite di Movimenti, che frammentano e categorizzano sempre di più l’unica cosa che ci renderà dignitosi e Popolo: L’UNIONE.
 Si ritiene, pertanto, che ogni singolo Sindaco, sia oggi l’unica espressione della libera scelta di ogni ITALIANO, pertanto, a tutti loro va affidato l’incarico di studiare, valutare, scegliere, modificare e applicare ciò che oggi serve ad uno Stato Libero e Moderno, per rilanciare il LAVORO, per consentire una fiscalità a misura d’uomo, per inserire in Regioni Confederate scelte libere e autonome quali: la moneta alternativa, l’utilizzo delle risorse, le scelte ecologiche legate all’ambiente, le fonti energetiche alternative tutte e al riciclo della spazzatura. Alla sburocratizzazione dell’Istituzione Stato Italia, chiudendo definitivamente Provincie, riducendo eventuali parlamentari regionali al numero equivalente i capoluogo di provincia di ogni singola Regione e la costituzione di una Camera Parlamentare dove siederebbero solo i Sindaci di ogni capoluogo di Provincia di tutta Italia (non si arriva a superare le 200 unità)Tutto ciò consentirebbe una snellezza senza precedenti, un’impressionante abbassamento della spesa pubblica ed un risparmio di tempo a vantaggio di una maggiore qualità della vita. I Sindaci sono eletti dal Popolo. Tutti i Sindaci di una Regione hanno il compito di Amministrare questo bene comune.
Solo i Sindaci dei Capoluoghi di Provincia sarebbero anche Parlamentari e Presidenti di Regioni e Presidente della Repubblica sarebbero eletti sempre dal Popolo.
Tutto ciò deve tendere ad una migliore qualità della vita per i bambini, ragazzi, giovani, lavoratori, adulti e pensionati e per i giovani deve essere con forza richiesto un sussidio sociale indispensabile alla loro autogestione.
La Rivoluzione Gentile non ha bandiere (tranne quella italiana), non ha loghi, non ha apparentamenti politici e/o partitici, non ha giubbini o cappellini, ma avrà soltanto il volto dei tanti che cammineranno, le nostre Storie, le nostre stesse Vite.
Se pensi, credi e senti di potere partecipare, bene, parti con noi, unisciti ai tanti che con orgoglio, alzando lo sguardo VOGLIONO VIVERE e formare…un Popolo in CAMMINO.
Io, anche da solo, partirò il 28 maggio dal Comune di Bolognetta.
Spero di poterti incontrare.
 Onofrio 347 5451456

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Astensione detenuti. Dichiarazioni di Alfano Angelino & Alfano Sonia


Dichiarazione di Angelino Alfano sul non voto dei detenuti: “Il banco di prova sarà il ballottaggio – dice ancora Alfano – perchè se torneranno a votare saràpreoccupante; significa che c’è stata una mediazione”.

Dichiarazione di Sonia Alfano, presidente della Commissione Europea Antimafia, : “Se il non voto dei detenuti delle carceri di Pagliarelli e dell’Ucciardone dovesse essere interpretato come un segnale alla politica, è un fatto molto grave. Se è un messaggio, significa che la famosa ‘trattativa’ è ancora in corso e che parte della politica ha continuato a tenere contatti con la mafia” e ancora “se non votano i detenuti non è un fatto grave perchè dei voti della gente che è reclusa, farei a meno. Io sono più preoccupata del fatto che non votino i cittadini perbene. Ma se il non voto dei detenuti è un messaggio – ribadisce – è molto grave e significa che stiamo facendo passi indietro”

Punto di vista leggermente diverso esprime Rosario Crocetta che della commissione antimafia europea è il vice presidente. “Il messaggio è che non si fidano di nessuno e questo lo considero un bene per la politica. Per noi è un bene che non votino. Credo che questa scelta di non votare significa che non hanno santi. E sarebbe ora”.

“Io ringrazierei  i detenuti per mafia per questa cortesia” aggiunge poi  ironicamente Crocetta.”Spero che continuino a non inquinare il voto. Secondo me andrebbero interdetti ma adesso li ringrazio per questo loro senso di responsabilità civile che in questo caso si esprime nel non voto visto che se votano  lo inquinano”. Tratto da Il Sud magazine

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Sicilia occidentale: dalle carceri nessun voto.


Clamorosa astensione della popolazione carceraria alle urne. Non si comprendono i motivi, il buon Pannella è già in allarme rosso per cercare di capire chi come e perché.

E’ evidente che non tutti i carcerati delle patrie galere siciliane sono lì per fatti di mafia, ci sono anche i colpevoli di criminalità non organizzata quindi… non si capisce cosa sia successo per far sì che si sia verificata un astensione di massa come mai prima d’ora

Palermo, Trapani, Agrigento tutti insieme appassionatamente per il non voto.

Una forma di protesta silenziosa? Una coincidenza?

Ma se fosse stata una protesta non avremmo letto un comunicato?

O si è trattato un segnale forte per qualcuno? Se così fosse il segnale è comunque positivo: una prova di forza significa che la speranza del cambiamento è più vicina, se dalle carceri ci si astiene, si ricatta in modo così visibile la politica… attenzione a guardare dove andranno i voti alle prossime consultazioni.

Ma potrebbe anche essere una strategia: uno stop improvviso ed eclatante, che attira l’attenzione e poi un voto indirizzato e volontariamente teso a insinuare il sospetto, ma verso qualcuno che con la mafia non c’entra nulla, giusto per riabilitare chi, invece, con i voti della mafia ha costruito la propria storia politica.

Ha ragione il buon Pannella: per questa volta qualcuno ha deciso di mostrare che dalle carceri non sarebbe uscito un solo voto.

 

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Agrigento: elezioni 2012. Decalogo per un voto libero.


Io Voto Libero

1. IL VOTO E’ MIO,
2. MI INFORMERO’ SUI CANDIDATI E I SUI PARTITI
3. NON FARO’ CAMPAGNA ELETTORALE A NESSUNO
4. NON DARO’ IL MIO VOTO A NESSUNO IN CAMBIO DI FAVORI, PROMESSE O PICCOLE CORTESIE
5. NON VOTERO’ CHI HA SUBITO CONDANNE,
6. NON VOTERO’ CHI è VOTATO DAI MAFIOSI,
7. NON VOTERO’ CHI HA SPRECATO I SOLDI PUBBLICI,
8. NON SEGUIRO’ LE INDICAZIONI DELLA MIA FAMIGLIA
9. FIDUCIA AI GIOVANI E ALLE DONNE:
10. VOTA SEMPRE, COMUNQUE,

1. IL VOTO E’ MIO,

 non debbo cederlo a nessuno, debbo usarlo con grande senso di responsabilità: dalla mia scelta dipende il futuro dell’Italia e della nostra terra. Il voto non si promette, a chi me lo chiede avrò il coraggio di dire che voterò secondo coscienza. Se non sono capace o non sono libero di dichiararlo apertamente, comunque MI IMPEGNO A NON MANTENERE LE PROMESSE FATTE: nel segreto della cabina elettorale, dove nessuno mi può vedere e controllare, voterò secondo coscienza!

2. MI INFORMERO’ SUI CANDIDATI E I SUI PARTITI

 * Non mi accontenterò del sentito dire, né della presentazione di chi mi chiede il voto. Mi informerò bene su tutti i candidati, prendendomi del tempo per farlo con cura: userò internet, comprerò riviste e quotidiani di opposte idee politiche, ascolterò persone ben informate, possibilmente con posizioni differenti.
* Cercherò di capire quanto ciascun candidato sia competente ed abbia la necessaria esperienza; non mi affiderò a persone incapaci, che parlano per slogan, che denigrano i competitori, che non hanno un programma serio, che fanno promesse miracolose senza spiegare bene come risolvere i problemi. Non mi fiderò di coloro che vogliono accontentare tutti allo stesso tempo, senza intaccare alcun interesse o potere.
* Mi informerò su quanto ha già fatto il candidato durante le sue precedenti esperienze politiche, cosa ha combinato, cosa ha votato, su cosa è stato d’accordo e su cosa è stato contrario. Mi informerò quante volte ha cambiato partito o colore politico e sopratutto perché, se per motivi seri e convincenti o solo per tattiche di potere. Mi informerò sul suo luogo e stile di vita, sul suo lavoro attuale o precedente; cercherò di capire se è titolare o azionista di qualche impresa e se questa ha interessi in attività statali o delle amministrazioni pubbliche; cercherò di capire di quale associazione, club, corporazione o movimento fa parte, chi sono i suoi riferimenti e i suoi sostenitori.

3. NON FARO’ CAMPAGNA ELETTORALE A NESSUNO

 senza avere la certezza di aver reperito TUTTE le informazioni necessarie sul candidato e averle confrontate con quelle dei suoi competitori, senza essere pienamente convinto che sia migliore degli altri per il bene della nostra terra e dell’Italia.

4. NON DARO’ IL MIO VOTO A NESSUNO IN CAMBIO DI FAVORI, PROMESSE O PICCOLE CORTESIE

 * perché spesso ciò che ho ricevuto come favore (cure mediche, lavoro, certificati, pensioni, autorizzazioni, ecc.) mi spettava di diritto, oppure, al contrario, non mi toccava affatto e dunque commetterei un secondo errore ripagandolo col voto;
* perché nella maggior parte dei casi le promesse di favori non verranno mantenute: è impossibile farlo con tutti!
* perché se anche ricevessi un piccolo vantaggio e il nostro paese andasse a rotoli, pagherei caro quanto ho ricevuto e sopratutto lo pagherebbero caro i nostri figli, a cui dobbiamo sempre pensare mentre esprimiamo il nostro voto.
* A medici o funzionari pubblici che dovessero chiedermi il voto sulla base dei servizi resi attraverso il proprio lavoro, ricorderò che ciò che hanno fatto è solo il proprio dovere e che siamo noi, i cittadini, i loro datori di lavoro!
* Non venderò il mio voto in cambio di piccoli aiuti: sono inganni se non vengono garantiti servizi sociali, assistenza agli anziani, trasporti pubblici ecc.

5. NON VOTERO’ CHI HA SUBITO CONDANNE,

 ha commesso reati o pesanti illeciti amministrativi. Avrò cura di capire se il candidato è stato inquisito o indagato e per quali motivi. Cercherò di capire chi è che lo appoggia, chi sono i suoi sostenitori o i suoi “grandi elettori”.

6. NON VOTERO’ CHI è VOTATO DAI MAFIOSI,

 in quanto sarà sicuramente da essi condizionato, sarà costretto a rappresentarli o comunque fare i loro interessi, non proteggerà né la gente e né le comunità locali dalla mafia, probabilmente garantirà la loro impunità, porterà alla rovina la nostra terra e inquinerà l’intera politica italiana.

7. NON VOTERO’ CHI HA SPRECATO I SOLDI PUBBLICI,

 chi ha consumato masse enormi di denaro, fondi europei, le nostre tasse faticosamente pagate, senza alcun risultato visibile per le comunità locali. Darò invece fiducia a chi ha dimostrato con poco di aver ottenuto molto, risparmiando ed ottenendo risultati per tutti, non solo per alcuni.

8. NON SEGUIRO’ LE INDICAZIONI DELLA MIA FAMIGLIA

 Il voto è personale. Non confondiamo l’affetto che ci lega con il dovere civico del voto. Ognuno in famiglia può votare per conto proprio e avere idee diverse, secondo coscienza. Non si vota un parente solo in quanto tale. Si vota una persona per le sue competenze e la sua correttezza: la parentela, da sola, non è un buon criterio di scelta. Altrimenti, potrebbero essere i più votati quelli che hanno famiglia numerosa, non chi sa meglio amministrare la comunità, e le conseguenze negative ricadrebbero sull’intera collettività.

9. FIDUCIA AI GIOVANI E ALLE DONNE:

 da solo non è un criterio di scelta, però occhio all’anzianità di servizio: diamo fiducia al ricambio intergenerazionale, ai giovani, e sopratutto alle donne, meno condizionate dalla mafia, dalle massonerie deviate e dai poteri forti.

10. VOTA SEMPRE, COMUNQUE,

 e fai votare, anche se non trovi il candidato ideale. è difficile, lo sappiamo, ma se non reputiamo nessuno veramente degno del nostro voto, scegliamo il male minore, ma comunque votiamo; se non lo facessimo favoriremmo solo i peggiori candidati! E al peggio potrebbe non esserci limite.

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La delibera


Nell’allegra cittadina succedono sempre cose, qui la vita non è certo una strada larga e dritta, son curve, dossi, tornanti e buche, buche di quelle che si compongono a tradimento proprio nell’attimo esatto in cui entrano nel tuo campo visivo ed escono dalla possibilità di essere evitate.

L’allegra cittadina per altro è feudo di mafia, non si tratta di illazioni o maldicenze, qui abbiamo dato i natali a illustri delinquenti e continuiamo ad allevare futuri boss, killer, manager dei traffici internazionali, trafficanti di droga, armi, avvocati e politici della mafia s.p.a., in una formazione continua e permanente di cui non c’è traccia ma che c’è, evidentemente. O forse la traccia c’è, ma meglio non guardare e far finta che l’allegra cittadina sia altro da quello che è.

Così organizziamo giornate di ringraziamento  alle forze dell’ordine mentre ragazzini col muso sporco di latte mai e poi mai si sognerebbero di avere a che dire con gli “sbirri”.

La gente perbene e quella che perbene non è.

Quella che perbene non è.

In fondo però li riconosci, i segnali ci sono, una sorta di odore di clan che si portano addosso ed è per questo che non la si fa facilmente ad un siciliano e sempre per questo non credetegli se dice che non sapeva, se vuol far l’anima candida, se quasi pare sia stato ingannato perché un certo odore di clan, addosso, ci resta. Ora, vero è che gli stupidi ci son ovunque, ma se sei stupido poi non arrivi a certe posizioni, se ci arrivi allora stupido non sei e com’è che per difenderti ti appelli alla stupidità?

Contorto e confuso, eh? Lo so, ma qui si scrive di mafia vivendoci dentro, provate e poi ditemi se sapete fare di meglio.

Vivendoci dentro.

La distinzione è d’obbligo: c’è la normale attività di corruzione, clientelismo, niente a che vedere con la criminalità organizzata, insomma, proprio niente niente magari no, perché sono sistemica, perché il tutto e le parti, perché proprio niente niente no, un amico, un affare, un protettore, una firma messa per amicizia, un appalto dato per affetto, una massa di giovani disoccupati che a ben vedere potrebbero essere l’esercito di senza futuro a cui attingere per attività criminali a scopo di lucro e/o intimidazione.

E il senso dello Stato?

Mica tanto.

Li hai sentiti parlare questi ragazzini che studiano da emigranti? Sei stato nelle scuole a sentire la lezione strascicata di un professore sconfitto o l’ira funesta del professore frustrato da mille battaglie perse?

Il senso dello Stato.

 La normale attività di clientelismo… nemmeno quella è tanto normale perché si ragiona a grandi numeri, su una popolazione di precari (i fortunati) e disoccupati (gli sfortunati) parliamo di cifre alte, numeri che spostano consensi, che determinano ascese e cadute.

Allora ti pare che il politico che l’ha vista giusta sia quello che frantuma.

Frantumare il potere in tanti piccoli, inconsistenti, praticamente inutilizzabili settori di onesto mercato del lavoro (precario).

Un Assessore lo ha fatto, scatenando l’inferno in terra nel piccolo mondo delle assistenti alla comunicazione.

Poi la Giunta è stata azzerata e l’Assessore probabilmente non assessorerà più nulla, ma il merito gli va comunque reso, lui la delibera onesta l’ha fatta. Il tentativo di togliere delle lavoratrici da un filo invisibile di ricatti e clientelismi, il tentativo di comporre una normale situazione di collaborazione professionale: gli utenti, l’ente pubblico, le cooperative sociali ed infine la quarta gamba: le lavoratrici.

Ha ragione Lei, assessò, ‘sta quarta gamba non la vogliono mostrare. Il lavoratore è merce rara e preziosa, assessò, non lo si divide facilmente con altri, lo si tiene in salamoia con anni ed anni di precariato e Lei, Lei assessò, adesso vuole portarlo prematuramente alla luce, mostrare chi è e com’è che se lo è aggiudicato ‘sto posto precario, così vanifica, dovrebbe capirlo da sé, assessò, così vanifica anni ed anni di costruzione di consensi e clientelismo, rischiando persino di rendere le Assistenti alla comunicazione persone, ma che dico persone? LA-VO-RA-TRI-CI!

Giorno 9 Luglio ci sarà la giornata del ringraziamento alle forze dell’ordine per il loro impegno per la lotta alla mafia e questa è una piccola storia che non verrà raccontata.

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Tempio di Zeus a Porto Empedocle


Rigassificare sul Kaòs

tempio-giove

creato da Gian Joseph Morici – Ultima modifica 03/02/2009 15:08

Nota di Alessio Lattuca – Confimpresa

 

 

Il molo di ponente è stato costruito con i resti del tempio di Zeus tra il  1746 e il 1763 per iniziativa del re Carlo Sebastiano di Borbone.

Per lungo tempo fu accusato dello scempio il Vescovo di Giorgenti Lorenzo Gioieni, circostanza smentita dal filologo agrigentino Angelo Palillo e dall’archeologo Giuseppe Castellana che avendo condotto delle ricerche più accurate sostengono che Gioieni scrisse a Carlo III nel 1746 chiedendo l’autorizzazione per la costruzione di un nuovo porto a San Leone.

Carlo III fu irremovibile e affidò l’incarico della progettazione all’ing. Salvatore Lanza, mentre il conte Juan Filangeri fu il primo sovrintendente generale dell’opera. 
 Il molo in questione è quello vecchio, per intenderci quello vicino alla Torre di Carlo V.

 Non è noto a tutti che nel XIX secolo, in occasione della costruzione dell’attuale  molo di ponente   (quello prossimo alla capitaneria che comprende la spiaggia), è stato realizzato con gli stessi blocchi che erano stati semplicemente spostati.

Pertanto in passato i resti del tempio di Zeus erano stati cercati nel vecchio molo e nessuno era mai andato a cercarli nel nuovo molo.

Oppure se qualcuno si è interessato,  non lo ha divulgato.

E’ certo che i marinai della zona lo sapevano e forse anche i responsabili della capitaneria che forse per ignoranza non hanno mai fatto nessuna segnalazione alle autorità competenti (soprintendenza) come la Legge impone.
 
Alcuni mesi fa Marco Falzone, operatore tecnico scientifico per i beni archeologici, ha reso noto che molti resti del tempio di Zeus sono ancora ben visibili nel molo di Ponente del porto di Porto Empedocle. 

Nel mese di ottobre  in occasione di un incontro svoltosi all’interno del tempio di Zeus il Prof. Beste dell’ Istituto Germanico di Archeologia di Roma, ha dichiarato di non sapere nulla dei suddetti resti.

Pertanto su  sua richiesta è stata organizzata una visita all’interno del  porto a seguito di informale richiesta rivolta  alla Capitanieria che ha fornito l’assistenza di un Ufficiale per la ricognizione. 

Lungo il tragitto verso il porto il professore rivelò che secondo le sue indagini in situ mancavano tracce di 18 semicolonne e che pertanto a parer suo il tempio era rimasto incompiuto. 

Dopo aver visto i resti del tempio, che incredibilmente presentano ancora interessanti  particolari architettonici, il professore ha ritirato le  considerazioni espresse in quanto i resti mancanti erano evidenti.

Il professore era perfettamente a conoscenza che il tempio era stato usato come cava per il porto. Tuttavia, gli era sempre stato riferito che non esisteva più nulla.

Insomma è paradossale che non fosse mai stata effettuata una ricognizione dei resti all’interno del porto.

Il Prof. Beste ha evidenziato che la visione dei resti in parte coperti dall’acqua marina è risultata estremamente significativa per i suoi studi ed ha manifestato riconoscenza per le preziosa  informazioni.
 
In occasione delle Giornate Gregoriane e successivamente nell’ambito delle iniziative organizzate per il decennale  dell’inserimento della Valle dei Templi nell’Heritage List – UNESCO ha confermato di avere riconosciuto i resti del tempio.

Ciò ha suscitato particolare interesse da parte degli archeologi presenti e in particolare, del  Prof Mertens (uno dei più importanti esperti di archeologia classica del Mondo) i quali hanno convenuto sulla opportunità di apporre il vincolo archeologico.

Con la consapevolezza delle enormi difficoltà di procedere al recupero rispetto all’erosione marina e  al tempo stesso della necessità di proteggerli dall’uomo. 

D’altrocanto anche i resti del tempio di Zeus in situ sono in cattive condizioni e soggetti all’erosione ma, grazie al vincolo archeologico, sono protetti dall’uomo. 
 Pure i resti del tempio gettati nel mare dai  predecessori, ignoranti e irresponsabili, meritano un vincolo che ad oggi non posseggono. 

Al di là dell’importanza che possono rivestire sotto il profilo storico risulterebbero una formidabile risorsa per attrarre   turisti e viaggiatori nella città di Porto Empedocle.
 
E’ urgente adoperasi per la salvaguardia dell’importante risorsa ai fini occupazionali per evitare soprattutto che – con la futura ristrutturazione del porto – i resti del tempio scompaiano del tutto.

Le responsabilità di tale scempio saranno in capo a tutta la classe dirigente locale, regionale e nazionale e, ovviamente,  in misura maggiore in capo a chi ha il dovere di proteggere, recuperare, conservare e valorizzare i beni culturali, ambientali e paesaggistici.

A tale proposito è indispensabile interrogarsi su come sia possibile conciliare la tutela dei beni culturali  della loro valorizzazione con la collocazione di un impianto di  rigassificazione nel Porto di Porto Empedocle.

 

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Anno nuovo vita vecchia?


Secondo me no, però un po’ ci assomiglia…
Aggiornamenti: il mondo spera che Obama dia una sterzata verso la giustizia sociale, il rigassificatore di Porto Empedocle si farà, io continuo a cercare lavoro.
Nel frattempo sono diventata una segnante, ormai parlo la lingua dei segni in modo quasi corretto, tra pochi mesi sarò un tecnico L.I.S qualificato.
Un paio di nuove voci contro la vaccinazione HPV: sospetti sull’assegnazione del nobel all’inventore del vaccino e da Milano ancora richieste di prudenza, sempre, ovviamente, inascoltate.
Per quanto mi riguarda sono nella fase che non mi sento sufficientemente in forma per salvare il mondo…
Ah, le notizie sul vaccino continuano ad avere uno strano andamento nel mondo virtuale delle news: compaiono, scompaiono, ci sono, non ci sono più…
dal mondo:
http://www.diariopanorama.com/diario/noticias/2009/01/21/a-33733.html

http://www.farodevigo.es/secciones/noticia.jsp?pRef=2009011700_20_289137__Cartas-virus-corrupto

Sul rigassificatore… sempre premesso che non lo vorrei manco se fosse fatto in ceramica di Caltagirone con colonnato di tufo…
ma il fatto che si sia scoperto uno dei più grossi giacimenti del Mediterraneo proprio di fronte al sito destinato al rigassificatore è cosa che so soltanto io o qualcun altro ne è a conoscenza?

Addio mia bella Valle, il tuo destino, dopo 2500 anni, è ormai segnato.
E se tra qualche decennio vi chiederete come sia stato possibile ridurre a sito industriale uno dei siti archeologici più belli del mondo… chiedete all’ing. Noto Campanella, all’ ex Presidente della Regione Sicilia Cuffaro, all’attuale Presidente della Regione Sicilia Lombardo, al ministro dell’Ambiente Pecorario Scanio, all’ambientalista Giuseppe Arnone, al Presidente dell’UNESCO Italiana Giovanni Puglisi e a quanti, e sono tanti, sono responsabili.

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Riflessioni mafiose


Mi sto facendo una cultura, com’era prevedibile.

La cosa ovvia sin dall’inizio è che il mio senso della legalità mi porta a filtrare diversamente la realtà, non è cosa da poco né un atteggiarsi, essere figlia di un “servo dello stato” ti fa essere dall’altra parte della barricata, hai il privilegio di avere un’educazione alla legalità in una terra in cui l’educazione è alla mafiosità.

Parole dure, dure parole; forse le cose sono diverse per le nuove generazioni così come erano diverse per quelle precedenti alla mia… quelle precedenti alla mia, sorrido: la mafia rurale che nessuno riesce a condannare, quella che non la chiameresti criminalità… a meno che non sei un giovane carabiniere venuto dal nord e si scontra con l’assenza della consapevolezza dello stato nella popolazione, che si scontra con l’antistato.

C’è che davvero ancora oggi è difficile parlare di mafia con chi vive in terre mafiose.

Una cosa su tutte: le cose davvero tremende non le fanno mai i mafiosi, sono sempre altri, altre mafie, altri clan, altri gruppi. Insomma la mafia ancora gode di rispetto, questa la sensazione.

Ma occorre fare scelte di campo e togliere le santificazioni, capire che sono al meglio retaggi del passato al peggio EDUCAZIONE. Lo scrivo maiuscolo, perché venga colto meglio, perché possa essere il punto di partenza di una riflessione sulla mafia.

La mafia educa. Questo il suo modo per radicarsi ed educa come un bravissimo pedagogo, fornendo esempi e impartendo lezioni, ma per farlo le si deve riconoscere autorità.

Questa la differenza. Per me e per molti altri la mafia è un’organizzazione criminale, nata come organizzazione criminale, che uccideva per imporre la propria autorità, che ha creato un antistato, che ha organizzato una società piramidale meritocratica su basi feudali e terriere. Meritocrazia data dall’asservaggio, dalle capacità di accettare e non recar danno alla struttura ai vertici. Leggi non scritte spesso in contrasto con le leggi scritte.

Una gestione del potere arrogante, una giustizia sommaria, la pena di morte come soluzione finale delle controversie.

No, non può avere nessun tipo di rispetto una struttura di questo tipo, ancor di più se si considera che veniva imposta con i non detto, con l’imposizione dei confini entro cui brucare.

Non conferire alcuna autorità educativa alla mafia, questo il primo passo, capire che essere uno schiavo ricco non toglie nulla alla propria condizione di schiavo.

Uno stato di legalità deve garantire ai propri cittadini la libera espressione della propria personalità, delle proprie capacità, educa al rispetto di regole valide per tutti, stabilite nei secoli, che tiene conto dei progressi di civiltà delle nazioni. Dei diritti fondamentali dell’individuo. Di ogni individuo, che ci piaccia o no. E sembrano parole banali, buone per comizi elettorali…

Dire che “in ogni caso oggi la mafia non è più quella di una volta” significa ancora conferirle dignità, ancora si riconosce una mafia buona, una mafia che non è mai esistita. La mafia nasce dalla prepotenza dei propretari terrieri, nasce dall’imposizione del dominio dei forti sui deboli attraverso l’uso di questa forza e l’abuso delle altrui debolezze, spesso solo generate dalla sfiga di nascere povero.

Discorsi lontani, noiosi, inutili? Mai come in questo momento è necessario ricominciare a farli, la mafia è entrata nella gestione del potere statale, è nelle sedi legislative, si è alleata con la massoneria, con la politica, con la finanza.

Si è alleata? Forse sarebbe più esatto dire che si è infiltrata e infiltrandosi ha cominciato a corrompere, a contaggiare con le sue logiche.

Ma ancora è possibile far la differenza tra chi è funzionale alla mafia è chi è mafioso: il mafioso è un criminale. E non importa se è diventato sindaco o segetario di partito, resta il fatto che è un criminale. Il politico che sistema le cose per conto del mafioso non è altro che un suo strumento, il politico che sistema le cose per i propri traffici criminali… è un criminale.

No, non è inutile ripeterle queste cose, forse ce le siamo dimenticate, qualcuno non le ha mai volute capire, altri non le capirebbero nemmeno se venisse mostrato loro il cadavere di una vittima della mafia. O le statistiche di emigrazione della propria terra.

 

 

 

 

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Cassandrerie: la stidda agrigentina.


E lo sapete: ogni tanto devo sfogarmi e lasciare uscire i pensieri più assurdi o rischio l’implosione!

Innanzitutto vorrei mettere una massaia alla guida della Regione Sicilia, una di quelle splendide donne che con entrate finanziarie minime riesce a gestire una famiglia e garantire un’istruzione ai figli, sempre meglio di quello che abbiamo e visto che è storicamente dimostrato che il patriacato ha fallito comincerei col togliere agli uomini il diritto di voto…

eheheh… rigurgiti femministi? macché, quella è preistoria, io sono oltre: il potere alle massaie!

Va bene, l’ho detta, non chiedo nemmeno perdono.

E’ che vista da qui la situazione è disperata: la sinistra istituzionale è defunta, ma poiché esiste ancora un centro ed una destra  i conti non tornano…

Mentre tutti paventano un ritorno della dittatura stile anni ’20 io lamento che almeno quella fu un età di lotta alla criminalità organizzata, non ho fatto studi approfonditi ma secondo voci accreditate il duce a cui Berlusconi gongolando si ispira non aveva alleanze mafiose…

E quindi rivendico un primato tutto berlusconiano: aver portato la criminalità organizzata al potere.

Va bene, lo so, verrò internata, lasciatemi sragionare fino ad allora!

E’ che vedere un baciamafiosi come Ministro della Giustizia mi ha rotto gli equilibri mentali, per non dire del Presidente del Senato, sì, quello che ieri finalmente ha risvegliato Walter dal coma con la requisitoria contro la magistratura… Walter non rimetterti a sognare l’italia che non c’è, facci la cortesia!

Ho una speranza da delirio: non ci credo che mettere l’esercito per le strade sia una mossa adeguata, dovevano continuare a mandare i rambi nostrani in missioni strapagate, l’esercito italiano non ama gli scontri di piazza checché ne pensino i gagliardi e destreggianti politicuzzoli, nell’esercito l’alleanza la si fa con la massoneria, non con le mafie! E se metti l’esercito nelle strade quelli si esaltano, cominciano a pensare che possono portare ordine nel proprio paese e poi, si sa, non fanno molta distinzione tra delinquenti e criminali…

Eh stavolta la matassa non la sbrogli, Cavaliere,  ti stai costruendo un vespaio che ti si rivolterà contro!

Al limite ci transiti al fascismo, ma non ci sosti insieme a noi, se sei fortunato verrai liquidato con una bella carica di senatore a vita, manco la Presidenza, eheheh, non hai fatto le scuole di politica, hehehe, pari volpe e sei tacchino… eheheh

Quando la stagione delle pulizie arriverà verrai risucchiato dall’aspirapolvere… eheheh…

L’errore è madornale, a breve verrai cerchiato di rosso dalle potenze del resto del mondo e additato come amicizia da non frequentare, fai perdere prestigio, esserti amico significherà far allungare ombre su ogni capo di stato…

Eheheh… promuovere la mafia siciliana a classe politica e cedere la totalità dei traffici illeciti alla mafia campana può esserti sembrata una buona idea ma tsé tsé lungimiranza zero…

D’altra parte cosa pretendere da uno che per andare avanti ha sempre dovuto lavorare di toppe? Guardati, egregio signore, hai fallito tutto, in ogni campo, come imprenditore, come politico, come stratega…

uhauhauhaaaaaa

Senti già il fetido odore di carne bruciata? E’ la tua. Pensavi davvero di poter togliere il controllo del territorio alla mafia siciliana? uhauhauhaaaaaaa e regalarlo a quella campana? uhauhauhaaaaaaaa

Ti pare che puoi comprare l’onore? Non hai capito niente, sei un cacasoldi, non ne sai niente di leggi scritte e soprattutto non sai nulla di leggi non scritte. Hai presente? No, non hai presente, credi che qui si faranno da parte e diranno “s’accomodasse” quando arriveranno a voler spadroneggiare? Credi che siano quei quattro pupi a poterti garantire il controllo?  Credi che i siciliani partiranno tutti? Dimentichi 50 anni di antimafia, dimentichi che anche nelle nostre zone ci sono confini tra quello che si può e quello che no, persino la mafia sa sin dove si può esporre e dove meglio che faccia un passo indietro ché non porta mai niente di buono rompere troppo i coglioni.

I Siciliani sono isolani, si sentono siciliani, non hanno paesi di confine ma uno stretto bello alto e profondo e violento, fallo il ponte per tentare di avvicinarci, stai sbagliando a non farlo, non gioca a tuo favore e non credo siano gli ambientalisti a non fartelo fare, vero Silvio? Non sono certo le opposizioni a non permetterti di unire la Sicilia al continente…

 Ti pare che trasformi i nostri capimafia in servi del potere?

uhauhauhaaaaaaaa

O l’esercito in una banda di criminali prezzolati?

uhauhauhauhaaaaaaa

uuuuuuhahhahahhhahaaaaaaaaaaaaaaaa

E a chiunque si stia chiedendo cosa mi succede: provate voi a vivere nella provincia italiana con la più bassa qualità della vita e la più alta densità mafiosa!

Questo è il feudo della Stidda i cui esponenti baciano Ministri della Giustizia, la mafia più giovane e feroce, tò: emergenza rifiuti anche ad Agrigento… quella che fa più paura, quindi non voleteme se divento isterica e vaneggio… 

Bella, splendida, amata terra mia.

Non me ne vado più, statene certi, io resto qui a combattere.

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